Celo-mimanca, continua l'avventura
- Venerdì, 04 Ottobre 2013 13:34
- Luca Fasano
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«Celo, celo, mi manca». Chissà quante volte, da ragazzini, abbiamo pronunciato frasi simili, impegnati in lunghissime contrattazioni con gli amici o i compagni di scuola per aggiudicarci le figurine mancanti al nostro album di calciatori, rigorosamente “Panini”.
I cortili o i corridoi della scuola erano sistematicamente trasformati ogni giorno in piazze di...spaccio, fortunatamente solo delle colorate riproduzioni degli eroi del calcio.
Addirittura leggendaria quella di Pier Luigi Pizzaballa, portiere dell'Atalanta degli anni '60, che deve forse la sua notorietà, non so con quanta gioia da parte sua, più alla definizione di “introvabile” affibbiata alla sua figurina, che alla sua più che onorevole carriera di calciatore professionista. Da allora, sono trascorsi tanti anni. Il progresso è venuto in soccorso dei ragazzi che hanno gradatamente abbandonato la mitica “Coccoina” per incollare le figurine agli album, per passare alle figurine autoadesive che, sicuramente più pratiche, hanno comunque cancellato un altro innegabile simbolo del tempo che fu. C'è stato poi l'avvento dei computer, di internet, di facebook, twitter e degli altri cosiddetti “social network”, per non parlare di telefonini portatili, tablet e chi più ne ha più ne metta. Ma i Panini, tra alti e bassi, come ogni famiglia che si rispetti, hanno continuato a produrre figurine e non solo. E alla fine hanno vinto ancora, se è vero, come è vero, che il mercato delle figurine (non solo dei calciatori, per la verità) è ancora un mercato fiorente, e anche le diffusissime aste dell'altrettanto diffusissimo fantacalcio devono spesso attingere notizie e statistiche dagli intramontabili album Panini. Ma oggi parte anche una nuova scommessa.
Da settembre 2013, la Panini Comics ha consolidato il suo ruolo di leader nel settore dei fumetti con l'acquisizione del ramo di azienda dei periodici Disney in Italia. E' infatti già in edicola il primo numero di “Topolino” targato “Panini”. Inevitabile che, in copertina, al posto dell'inconfondibile rovesciata di Carletto Parola, da sempre simbolo e marchio storico degli album di Modena, ci sia quella del topo più amato del mondo, forse un po' meno elegante ma, ci sentiamo di garantire, sicuramente foriera di altrettanti futuri successi.
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