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E' tutto oro quello che luccica?

È sempre un esercizio difficile, ed anche un po’ antipatico, assegnare singoli premi o riconoscimenti a chi si è distinto in particolari campi, specialmente quando si parla di sport, e di calcio.

È, questa, una materia dove tutti hanno la loro idea, il più delle volte di parte, puntando su quei giocatori che militano nella propria squadra del cuore. Non fa eccezione, a tutto questo, il Pallone d’Oro assegnato a Zurigo per l’edizione 2013, il premio al singolo giocatore istituito nell’ormai lontano 1956 dalla rivista sportiva francese France Football. Dopo aver premiato quasi tutti i migliori giocatori del mondo, e subito varie trasformazioni, dal 2010 il premio è passato sotto l’egida della Fifa, il che ha suscitato anche sospetti di maneggi, arte in cui eccelle il presidente Sepp Blatter, da parte del massimo ente calcistico internazionale, favorendo questo o quel giocatore su pressione degli sponsor. Molto sarebbe da rivedere, ai sospetti non si è sottratta nemmeno questa edizione, con il prolungamento del periodo di votazione che è sembrato un assist a Cristiano Ronaldo. Il quale, poi, ha vinto, alla fine credo anche meritatamente, al di là dei sospetti, perché il portoghese ha segnato 69 reti nell’anno solare, contribuendo a trascinare la sua nazionale fino in Brasile. Lo avrebbe certo meritato anche Franck Ribéry, per quanto vinto con il Bayern Monaco, meno Lionel Messi, frenato dagli infortuni e da una certa involuzione del Barcellona post Guardiola.

Insieme alla proiezione verso l’imminente mondiale brasiliano, non sono mancati anche altri spunti polemici, come l’assegnazione del Pallone d’Oro alla carriera a Pelè, non certo per il personaggio in sé, che resta sempre O’ Rey del calcio, quanto per la chiosa del solito Blatter, poco velatamente accusatoria verso l’altro grande del calcio mondiale, Diego Armando Maradona.

 

 

Più di un sussulto avrà poi di certo destato la dedica di Nadine Angerer, portiere della nazionale femminile tedesca, vincitrice del premio come miglior giocatrice, alla sua compagna, in un’atmosfera che si è tinta un po’ di gossip, ricordando, in questo, l’assegnazione dell’Oscar cinematografico, cui questa cerimonia si avvicina, speriamo non nella finzione che da sempre emana la Mecca del Cinema. Tante lacrime, alla fine, di Pelè come di Ronaldo, che ha così dimostrato di tenere al premio, le sue imprese calcistiche glielo hanno fatto meritare, anche se non hanno fruttato vittorie. In tutto questo, gli italiani sono stati, ancora una volta, a guardare…

 

 

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