Il Partenopeo Dispiaciuto
- Venerdì, 26 Settembre 2014 16:50
- Raffaele Ciccarelli
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Ogni volta che inizia una nuova stagione calcistica, ci si lancia in previsioni di piazzamento per le varie squadre, andando spesso oltre il reale valore tecnico della squadra di cui si discute. Non si fa eccezione in questa, che ha appena giocato le sue prime giornate e già sembra avere definito i suoi valori.
Assodato che Roma e Juventus si elevano molte spanne sopra le altre, queste prime partite hanno già evidenziato le prime “malate” della Serie A: la Fiorentina, la Lazio, il Napoli, con gli ultimi che costituiscono il vero caso di questo torneo. Piazzatisi terzi la scorsa stagione, con conseguente accesso ai preliminari di Champions League, gli azzurri erano attesi ad un ulteriore salto di qualità, almeno ad una lotta più concreta in ottica scudetto. L’eliminazione dalla principale competizione europea da parte dell’Athletic Bilbao ha provocato una vera e propria depressione psicologica in tutto l’ambiente partenopeo, con risultati che non arrivano, vetta già lontana, un diffuso senso d’impotenza, tifoseria in subbuglio.
Tutti sono finiti sul banco degli imputati, probabilmente mai come stavolta è azzeccato dividere le colpe di questa situazione, molteplici gli autori del “delitto” come in “Assassinio sull’Orient Express” di Agatha Christie. È colpevole il presidente, Aurelio de Laurentiis: pur artefice della rinascita azzurra dopo che il Napoli era sprofondato in Serie C, egli, con il tipo di gestione che ha messo in essere, non può o non vuole andare oltre in sede di investimenti, non può puntare ai cosiddetti Top Player perché onerosi, e mette a disposizione di Rafa Benitez un organico buono, ma non di alto livello. Anche il tecnico iberico ha la sua parte di colpe, perché dove non arrivano i soldi, si può arrivare con l’ingegno.
Meno integralismo tattico e più duttilità e studio sarebbero necessari per ottimizzare al massimo le prestazioni di una rosa che resta comunque di buon livello. Il buon Rafa, però, da questo punto di vista è quasi irritante e dà l’impressione di farlo di proposito a non variare, all’apparenza a voler sottolineare con i fatti le inadempienze societarie. Per quel che riguarda i giocatori, poi, molti sembrano scesi di livello oltre il consentito, come se l’eliminazione dalla Champions abbia significato il capolinea del progetto e non ci fosse ancora un’intera stagione da giocare: nessuno, però, deve abbandonare la barca in difficoltà.
Svariate sono le ipotesi di cura che arrivano da destra e da manca, risolverebbe poco esonerare Benitez (sostituendolo con chi?), la squadra non si può cambiare in blocco e, per ora, non si può intervenire sul mercato. Lavoro e rinnovata fiducia sono le uniche medicine da prendere per rinvigorirsi, la cura, a gioco lungo, può essere solo quella di un presidente che passi la mano, perché incapace di andare oltre i propri limiti, altrimenti il Partenopeo Dispiaciuto che ora alberga in ogni tifoso azzurro, tenderà a cronicizzarsi pericolosamente.
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