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E' vera gloria?

Ci sono momenti nella vita in cui si vivono situazioni difficili, qualsiasi segnale positivo che capita in questi frangenti è accolto quasi come una goccia d’acqua per l’assetato nel deserto.

Potrebbe essere il caso del nostro disastrato calcio al termine della prima settimana europea, le sei squadre impegnate nelle due coppe hanno raccolto cinque vittorie ed un pareggio, ma fu vera gloria? Juventus e Roma, nella Champions League, hanno dominato sui rispettivi avversari (Malmö e Cska Mosca), squadre dalla solida esperienza internazionale, ma non certo appartenenti alla crema del calcio europeo. In Europa League, torneo meno nobile ma che porta punti nel ranking europeo, ci presentiamo con un contingente sulla carta forte, tra cui potrebbe uscire la squadra vincente, se la mentalità ci accompagnerà fino alla fine: non possono che essere favorite formazioni quali Inter, Fiorentina, Napoli e Torino, inserite in gironi abbastanza “morbidi” ed in cui hanno fatto già capire le loro intenzioni, vincendo tutte e anche largamente, con il solo Torino che si è dovuto accontentare del pareggio, ma fuori casa e ospite del Bruges.

Considerando anche quanto successo la scorsa stagione, si può moderatamente gioire di questo buon inizio, bisogna vedere quanto esso gioverà al movimento calcistico italiano, e non intendo in termini numerici, ma proprio come imposizione del “prodotto italiano”, da leggersi calciatori. Dando una rapida scorsa alle formazioni scese in campo, infatti, se la Juventus ha presentato il solito mix ben assortito tra calciatori nostrani e stranieri, con Tevez sugli scudi, la Roma, maramalda con i russi, nell’undici iniziale schierava i soli De Sanctis e Totti. Molto peggio la percentuale di italiani in campo nell’altra coppa: l’Inter, contro il Dnipro ha schierato il solo D’Ambrosio, tra l’altro unico marcatore della gara; il Torino ha strappato lo zero a zero in Belgio con cinque tricolori in campo; il convalescente Napoli di questo inizio stagione nessuno nella vittoria del riscatto (tre a uno) contro lo Sparta Praga, uno la Fiorentina (Pascual) nel vittorioso match casalingo contro i francesi del Guingamp (tre a zero).

Sono dati che si commentano da soli e danno un’esatta fotografia di quale sia il problema principale da risolvere, anche in ottica nazionale. Prendiamo, quindi, per buoni i risultati, meno il modo che si è usato per arrivarci, ora ci attende, tra due settimane, la seconda giornata, che potrà essere più indicativa sulle reali possibilità delle nostre rappresentanti. In Champions la Juventus avrà una dura trasferta in casa dell’Atletico Madrid del Cholo Simeone, vicecampione d’Europa in carica, la Roma entrerà nel vivo del suo girone ospite in casa del Manchester City. Più abbordabili gli incroci in Europa League: il Torino riceverà il Copenhagen, l’Inter il Qarabag, non certo squadre trascendentali. Un po’ più complicato il turno per Fiorentina e Napoli, che andranno in casa rispettivamente di Dinamo Minsk e  Slovan Bratislava. Come squadre, una verifica importante per dare concretezza ai sogni di gloria, con la speranza di vedere più giocatori italiani in campo.

 

 

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