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Il tennista che ha fermato il tempo

Che numero può avere la gloria sportiva, la leggenda? Esiste una cifra che può dare le dimensioni di un’impresa sportiva, un numero che nel suo significato può racchiudere una carriera?

Generalmente, le statistiche e gli almanacchi tendono ad identificare con il numero mille questa cifra: nella sua enormità esso può ben rappresentare la grandezza di un’atleta o di una squadra. A questa cifra ha momentaneamente fermato il suo record di vittorie Roger Federer nel tennis, segnando una tappa ed una vetta che dovranno attendere anni prima di essere nuovamente violati.

 

Probabilmente non aveva bisogno di incasellare questo ennesimo record nel suo palmares, lo svizzero, contenendo già tutti i record possibili della disciplina, tra cui gli ottantatre titoli vinti con ben diciassette tornei dello Slam (sette Wimbledon, cinque US Open, quattro Australian Open, un Roland Garros). La vittoria di Brisbane contro il canadese Milos Raonic aggiunge poco al curriculum dello svizzero, tanto se si pensa che corrisponde proprio alla vittoria numero mille, cui vanno contrapposte le sole duecentoventisette sconfitte, per una percentuale “mostruosa” dell’81,5 per cento di vittorie.

 

C’è un altro aspetto significativo della carriera di Federer: questo traguardo è raggiunto nel pieno della maturità, con una leggiadria, caratteristica dell’elvetico, che raggiunge a sua volta vette tennistiche quasi inespresse fino a questo momento. Lo dimostra la grande varietà di colpi che è capace di sciorinare sul campo, qualsiasi sia la superficie su cui si trova a gareggiare, con una facilità e, soprattutto, una semplicità che non finiscono di lasciare stupiti, anche dopo averlo visto in azione, sin da quando nel 1998, alla soglia dei diciassette anni, si affaccia sui primi circuiti professionistici. Lo stesso numero di anni sono trascorsi da quell’esordio, diciassette, riempiti con tutto quello che c’era da vincere, soprattutto mostrando con gli anni la forza della pacatezza, in questo rispecchiando in pieno il carattere della sua terra, la Svizzera.

 

Federer è un campione completo che fa della tecnica la sua arma vincente, raramente ricorre alla potenza, a differenza del suo alter ego degli ultimi anni, lo spagnolo Rafa Nadal, più giovane ma un po’ eclissato, al momento. Vedere giocare Federer è ripassare una lezione intera di tutto quello che è il campionario tecnico di un tennista: battuta, dritto, rovescio, volée, attacchi a rete, strategia vincente. Innumerevoli le volte in cui si è visto da lui dispiegare questi colpi, mai ci stancheremmo di vederli. Roger Federer con questa vittoria numero mille dà un segnale di longevità e di riconosciuta intelligenza gestionale del suo essere atleta, dando, per una volta, l’impressione, con il suo tennis, di avere vinto l’avversario invincibile per chiunque: il tempo.

 

 

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