Una medaglia di speranza
- Martedì, 01 Ottobre 2013 17:43
- Raffaele Ciccarelli
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Thomas Beretta, Simone Parodi, Luca Vettori, Ivan Zaytsev, Dragan Travica, Emanuele Birarelli. E Salvatore Rossini, Cristian Savani. Nomi.
I nuovi nomi della pallavolo italiana. Ragazzi che sono stati capaci, nell’Europeo di Polonia e Danimarca, di rinverdire i fasti di quella “Generazione di Fenomeni” guidata da Julio Velasco e capace di salire alle ribalte nazionale e internazionale in questo sport fino a quel momento misconosciuto. Fu un altro Europeo, nel 1989 in Svezia, in cui questa squadra deflagrò, conquistando la medaglia d’oro. Da quel momento in poi vittorie si sono succedute a vittorie, quasi da non far sembrare umani quei giocatori, ma entità giunte da altri pianeti.
Come tutte le cose umane e terrene, anche quei fenomeni finirono, ma ormai avevano fatto assurgere l’Italia a potenza mondiale del volley. È seguito un periodo in cui la nostra pallavolo si è mantenuta ad alti livelli, punteggiando il suo cammino di risultati significativi, ma più occasionali dei precedenti, come la medaglia, ancora d’argento, conquistata nell’edizione continentale del 2011 di Austria e Repubblica Ceca, in cui furono i serbi a conquistare la medaglia dal metallo più prezioso. In cosa è diversa questa medaglia d’argento? Questi ragazzi non hanno raggiunto il massimo alloro, hanno dovuto cedere alla sola Russia, già campione olimpico, per la prima volta sul podio più alto d’Europa da quando si è affrancata dall’Urss.
Nell’insolito (per il volley) scenario dello stadio di Copenhagen, il muro dei russi si è rivelato troppo alto e granitico per poter essere sfondato dalle nostre schiacciate o parato dalle nostre murate, ma i ragazzi di Mauro Berruto, identificati da quei nomi di cui all’inizio, hanno lasciato il segno. Con la loro gioventù, possono raccogliere il testimone di quella Generazione di Fenomeni, rinverdirne i fasti, cominciando da questa medaglia d’argento che vuole essere anche un segnale ad avere fiducia nei nostri giovani i quali, nonostante i pessimi esempi ricevuti negli anni e attuali, si dimostrano capaci di lottare, sudare, costruire vittorie e successi.
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